“Occorre tempo affinché la trasformazione sia un’opportunità per tutti”
I dati sulle immatricolazioni di auto diesel parlano chiaro. Quella che è stata una delle motorizzazioni principali sia in Italia, sia in Europa, sta registrando una forte frenata. Il calo delle vendite d’auto, da un lato, e le pressioni su quella che storicamente è sempre stata la motorizzazione di riferimento nel vecchio continente, stanno mettendo in difficoltà industrie e indotto, che solo in Italia valgono 150.000 posti di lavoro, di cui una buona parte al Sud.
Le influenze anti Diesel, che hanno portato le amministrazioni a dichiarare un graduale blocco del traffico per le auto a motore endotermico, già a partire dal prossimo anno, mirano a favorire le motorizzazioni ibride ed elettriche definite meno inquinanti. “Al di là dell’obiettivo ambientale più che corretto che la nostra azienda condivide e sostiene, investendo da diversi anni nell’elettrificazione della mobilità, occorre in questo momento cercare di approfondire bene tutti gli aspetti tecnici, per chiedersi se veramente ci siano già tutti i presupposti per far sì che le motorizzazioni elettriche sostituiscano nel breve periodo quelle Diesel e Benzina”, ha dichiarato Gerhard Dambach, AD Robert Bosch Spa, durante l’annuale conferenza stampa di bilancio.
Secondo i dati diffusi dal Parlamento Europeo, citati da Dambach durante la conferenza, inoltre, bisogna considerare che il ciclo di vita delle auto elettriche, che comprende la produzione dei veicoli, delle batterie e soprattutto dell’elettricità che occorre per alimentarle, non è ad oggi del tutto esente da emissioni di CO2. “Bisogna fare chiarezza anche su questo punto. Fintanto che le fonti di energia non sono rinnovabili ma di origine fossile, per scontare lo sbilanciamento che sia la produzione che il riciclo delle batterie al litio hanno sull’impatto ambientale della mobilità elettrica servono percorrenze da circa 90.000 km”.
E’ quindi importante prendere in considerazione dati e informazioni corrette e precise, soprattutto per quanto riguarda le emissioni reali dei moderni motori endotermici e in particolare sui Diesel di ultima generazione che già ora, in gran parte, non solo rispettano ma rimangono ben al di sotto dei limiti di emissioni imposti dalle normative europee per il 2020.
Il problema attuale è da individuare nel parco circolante che soprattutto in Italia è particolarmente vetusto, con una media di “anzianità” dei veicoli di quasi 11 anni per oltre il 50% delle auto che circolano sulle nostre strade. “Se si sostituissero tutti i veicoli ante Euro4 con i nuovi Diesel, si abbatterebbero, le emissioni di CO2 del 67%, quelle di NOx del 90% e quelle di particolato addirittura del 96%, con riferimento al parco circolante Diesel” ha precisato Dambach.
Non si tratta quindi di fermare il progresso e l’innovazione tecnologica, ma piuttosto di eliminare alcuni elementi che creano incertezza da parte degli acquirenti, che nel dubbio, rimandano la scelta di acquistare una nuova auto. “Occorre tempo per riconvertire la produzione e per riqualificare i nostri lavoratori. Il rischio è quello di perdere per sempre competenze e know-how che sono nati proprio nel nostro Paese”, continua Dambach.
Un rischio che lo stabilimento Bosch a Bari ben conosce, ma che ha deciso di trasformare in opportunità lavorando con determinazione alla ricerca di nuovi mercati e nuove produzioni. La capacità di portare a termine lavorazioni altamente precise e innovative, infatti, ha consentito allo stabilimento di aprirsi a nuove linee per nuovi prodotti. Accanto alla produzione di pompe Diesel, lo stabilimento ha recentemente installato una linea per i motori benzina, una per prodotti idraulici e dalla fine del 2019 partirà la produzione di componenti per e-bike, una lavorazione totalmente nuova non solo per il plant, ma anche per Bosch. “Il nostro stabilimento barese è una eccellenza riconosciuta a livello internazionale, ma nonostante il nostro impegno e il nostro approccio virtuoso sta soffrendo. Transizione, moderazione, realismo e gradualità normativa sono i fattori chiave per garantire che questo passaggio al futuro sia per tutti un’opportunità”.